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Approvato il Decreto in materia di “reddito di cittadinanza” e di riforma delle pensioni.


Dopo lunga attesa, il Governo ha approvato il provvedimento legislativo che introduce il cd. “reddito di cittadinanza” e la riforma pensionistica cd. “quota cento”.


Attenzione, si tratta di un Decreto Legge, immediatamente operativo, ma che dovrà passare al vaglio delle Camere, ove potrà e presumibilmente subirà modifiche anche significative.

Sia pure a grandi linee e fermo restando una migliore analisi a fronte dell’approvazione della Legge di conversione, queste sono le linee fondamentali delle disposizioni in materia di “reddito di cittadinanza”.

Si tratta di una misura di carattere economico orientata ad intervenire a sostegno di famiglie in gravi difficolt conomiche, favorendo la collocazione, o ricollocazione lavorativa.

Chi ne ha diritto: Cittadini italiani e europei comunitari, nonché i cittadini stranieri regolarmente soggiornanti in Italia da almeno 10 anni, di cui gli ultimi due anni in modo continuativo.

Per avere diritto al sostegno economico, denominato RDC, occorre avere acquisito un reddito ai fini ISEE non superiore a € 9.360,00= annui, oltre a non possedere beni immobili di valore superiore a € 30.000,00 e patrimoinio mobiliare (es. Buoni del tesoro) superiore a € 6.000,00.

Il sostegno economico previsto per la durata di 18 mesi è costituito da una base di € 780.00 mensili; importo da incrementarsi fino ad € 1.330,00 in funzione del numero dei componenti la famiglia e del numero dei figli a carico.


L’erogazione del sussidio è subordinata alla adesione del lavoratore a percorsi personalizzati di collocazione lavorativa e di riqualificazione professionale.

In sostanza si prevede che al lavoratore vengano proposti posti di lavoro anche in localtà differenti da quelle di residenza, in un primo caso entro un raggio di 100 Km (o 100 minuti di viaggio), distanza incrementabile nella seconda proposta fino a 250 Km, ed alla terza proposta in tutto il territorio italiano; proposte che il lavoratore è tenuto ad accettare pena la perdita del sussidio.

Decade infatti dal beneficio del reddito di cittadinanza che non accetti proposte di lavoro collocate nell’arco spaziale sopra indicato, ovvero proposte di partecipazione a corsi di qualificazione o riqualificazione professionale.


I datori di lavoro che assumono lavoratori che percepiscono RDC, hanno diritto ad un incentivo economico pari all’importo di sussidio che il lavoratore avrebbe percepito fino alla maturazione dei 18 mesi di iscrizione.

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